«Qualunque tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia». La riconoscete? È la terza legge di Arthur Clarke, scrittore britannico di fantascienza. 

È spiegabile soltanto così la passione smodata, il demone che si impossessa di chi fa la radio. Forse neanche se ne sono accorti ma la legge di Clarke è talmente sentita tra gli speaker di Emmerreciradio, che tra loro usano soprannomi come Gandalf, Darth Vader, o si definiscono, insieme, la Compagnia dell’Anello. 

In effetti alle riunioni ci puoi trovare i vecchi saggi, gli alchimisti del mixer, quelli che hanno portato la magia della radio nella Castel San Pietro degli anni Settanta, e i giovani apprendisti stregoni, cresciuti a techno e mojito. Diversissimi e uguali, in parte arrivano da pezzi di Italia lontana da Castel San Pietro, ma qui si sentono a casa. Perché la radio è casa. E unisce.

Emmerreciradio infatti è un piccolo miracolo, «una scatola piena di lampadine», come la immaginava da piccolo il suo fondatore Andrea Lannutti da Casoli (Chieti), che ha il compito di illuminare le forti radici territoriali di chi ci lavora e di chi ascolta. E come territorio intendiamo sia le “nostre” valli a cavallo tra l’Emilia e la Romagna, sia quella dorsale appenninica che corre a fianco dell’Adriatico, giù fino al giacimento di natura incontaminata che è l’Abruzzo. 

È un’emittente in AM, in Onde Medie, quindi, il “vinile” della radiofonia: passione antica, artigianale, spirito di un tempo in cui era ancora possibile metterci le mani. infatti nasce da un’officina dove si coltiva un’altra passione, quella per le 500 d’epoca, simbolo di rinascita post bellica e di avventure in giro per l’Italia.

Ma è anche una radio moderna, aperta al DAB, disponibile in streaming, impegnata nell’obiettivo di essere a emissioni zero.

Con Media Radio Castellana, cinque anni fa è nato un gruppo, interamente volontario, di ragazzi di tutte le età e di tutti i generi musicali. Inclusivo e determinato, guidato da uno spirito marconista che è sempre attuale. È la storia della nostra lingua a raccontarcelo: la parola radioamatore è un unicum nei media, non esiste il tv-amatore e neppure il giornale-amatore o l’internet-amatore. 

Essere così è una fortuna, che fa sopportare ore di diretta, trasferte faticose, avventure e “radio-ciappini” vari (traduzione bolognese dell’inglese fine tuning). Perché le onde radio sono pur sempre onde, e navigarci non è uno scherzo. Ma è una fortuna anche perché la radio se la passa meglio di altri mezzi di comunicazione. Anche se è unidirezionale, infatti, non è schiava della necessità di interazione che impone l’epoca in cui viviamo. E ha qualcosa di magico anche perché, puntualmente, qualcuno la dà per morta. Invece è viva e vegeta. Il segreto forse sta in uno slogan usato da chi, come i nostri partner della 22hbg, lavora alle tecnologie per mantenere sempre giovane il mondo radiofonico: «Ascoltami mentre fai altro» 

Come si richiede oggi a tutte le realtà economiche e sociali, anche Emmerreci si è dotata di un ecosistema di contenuti: i canali social, la skill di Alexa, la presenza sulle piattaforme di distribuzione dei podcast, l’app per lo streaming nella famiglia FM-world. 


Nonostante le sue fondamenta nell’AM, Emmerreciradio oggi si può ascoltare ovunque, in auto, in cuffia in palestra, nei touch point che abbiamo sempre in tasca. Mentre siamo a pesca sul Senio come sulla spiaggia di Pinky Beach in Australia. Si chiama spirito glocal e punta a far parlare il territorio, anche il più piccolo e segreto, con il mondo intero. 

È un’opportunità per chi produce contenuti di approfondimento sul territorio ma anche per la piccola e media industria che può far conoscere prodotti di eccellenza estremamente locali a pubblici internazionali e a costi accessibili. E chissà, magari proprio a Pinky Beach tra poco sarà possibile farsi un aperitivo sotto l’ombrellone a base di formaggio di fossa e arrosticini.

Il mondo di Emmerreciradio è comunque nato e cresciuto per dar voce alla Responsabilità Sociale. Contenuti che propongono aggregazione, inclusione crescita culturale sono già parte della storia dell’emittente che ha casi di studio eccellenti da presentare. Uno per tutti la collaborazione con le scuole per il progetto Che Radio Di Genere, che ha coinvolto gli studenti delle superiori in un vero laboratorio di comunicazione radiofonica. 

Insomma, eccoci pronti per un nuovo inizio, con l’orgoglio di una storia virtuosa, antica e recente e tanta voglia di giocare, divertire, informare e formare nuove generazioni.

Buon Ascolto!